Oro oggi

Il "disastro" commerciale tra UE e USA vede l'oro in euro e il dollaro in difficoltà

Il PREZZO dell’ORO è risalito dopo i minimi in Dollari delle ultime tre settimane registrati ieri, durante gli scambi di martedì a Londra, nonostante la valuta statunitense sia salita fino a testare i massimi degli ultimi due mesi sul mercato valutario, in mezzo alla crescente disputa europea sull’accordo commerciale dell’UE con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

«È un giorno oscuro quando un’alleanza di popoli liberi, riuniti per affermare i propri valori comuni e difendere i propri interessi condivisi, si rassegna alla sottomissione», ha dichiarato il Primo Ministro francese François Bayrou.

La Spagna sosterrà l’accordo «senza alcun entusiasmo», ha detto il Primo Ministro Pedro Sanchez, mentre la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha definito l’intesa – che triplica al 15% i dazi sulle importazioni statunitensi di beni dell’Unione Europea – «un elemento positivo che garantisce stabilità».

Sebbene Trump avesse precedentemente minacciato l’imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti – e con l’entrata in vigore prevista per venerdì dei suoi dazi verso altri Paesi – «l’unico aspetto positivo è che un’ulteriore escalation è stata, per ora, evitata», ha dichiarato la Federazione dell’Industria Tedesca (BDI), definendo l’accordo un «compromesso inadeguato» che lancia un «segnale disastroso».

Il prezzo dell’oro in Euro ha recuperato oggi il calo dello 0,8% della scorsa settimana, tornando a superare i 2880 € per oncia troy mentre la valuta dei 20 Paesi dell’Eurozona toccava i minimi di cinque settimane contro il Dollaro.

Anche il prezzo dell’oro nel Regno Unito, in sterline per oncia, ha annullato il calo della settimana precedente, avvicinandosi al livello di 2500 £, nonostante il Governo di Londra abbia concordato dazi più bassi del 10% con Trump.

Il prezzo dell’oro in Dollari, invece, è risalito in maniera meno marcata, poiché il biglietto verde ha guadagnato terreno sul mercato valutario, recuperando solo 25 $ del calo di 35 $ registrato ieri, attestandosi a 3327 $.

«I titoli delle notizie della scorsa settimana sono tutti venti favorevoli per il Dollaro USA», afferma una nota della stratega dei metalli preziosi Nicky Shiels, del gruppo svizzero di raffinazione e finanza dei metalli MKS Pamp, «e l’oro semplicemente non riesce a prendere fiato».

Con Trump che la scorsa settimana ha minimizzato le sue precedenti richieste di licenziare il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, «è improbabile che l’intero accordo commerciale UE-USA sia già stato completamente scontato nel prezzo dell’oro», prosegue Shiels, «e di certo non lo è la retorica», dopo che Trump e von der Leyen hanno parlato di «partenariato… stabilità [e] il più grande accordo mai realizzato».

I mercati azionari asiatici sono scesi martedì, in attesa dell’inizio, venerdì, del nuovo ciclo di dazi commerciali imposti da Trump, ma le borse europee sono salite, avvicinandosi ai massimi storici di quest’anno, mentre il FTSE All-Share del Regno Unito ha guadagnato lo 0,4%, avvicinandosi al nuovo picco raggiunto giovedì scorso.

I negoziatori commerciali statunitensi si sono incontrati nuovamente oggi con le controparti cinesi a Stoccolma, in Svezia, per discutere un ulteriore rinvio di 90 giorni dell’entrata in vigore dei dazi statunitensi del 50% sulle importazioni dalla nazione manifatturiera numero uno al mondo.

Dopo che la Banca Centrale Europea ha mantenuto la scorsa settimana il tasso sui depositi al 2,0%, è opinione unanime che la Federal Reserve statunitense manterrà il proprio tasso di riferimento al 4,33% nella riunione di politica monetaria prevista per domani.

I mercati prevedono poi che la Fed effettuerà due tagli di un quarto di punto entro la fine dell’anno, in linea con le proiezioni ('dot plot') pubblicate dalla banca centrale statunitense alla fine del 2025, fin dallo scorso dicembre.

«È importante riaffermare e preservare il principio dell’indipendenza delle banche centrali», ha dichiarato Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del Fondo Monetario Internazionale, istituzione intergovernativa con sede a Washington, lodando «un atterraggio morbido riuscito nonostante il recente aumento dell’inflazione» e rivedendo al rialzo la previsione di crescita del PIL globale dell’FMI per il 2025, dal 2,8% al 3,0% annuo, grazie a una «de-escalation dei dazi» da parte della Casa Bianca.

Tuttavia, la politica statunitense resta «altamente incerta», e secondo Gourinchas l’FMI vede i rischi per la crescita «chiaramente orientati al ribasso».

A differenza del prezzo dell’oro, l’argento è rimasto pressoché invariato per la seconda sessione consecutiva martedì, scambiato a 38,13 $ per oncia troy, mentre il platino è rimasto ancora sotto quota 1400 $, ma il prezzo del palladio è risalito a 1240 $, un livello vicino al massimo di due anni toccato improvvisamente a metà luglio.

Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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