Oro in salita, argento stabile, mentre l'inflazione PCE statunitense rallenta meno di quanto previsto
I prezzi dell'oro sono saliti, mentre l'argento rimane stabile. La conferma arriva da parte dei nuovi dati statunitesni, i quali confermano che l'inflazione dell'economia più grande al mondo sta rallentando meno del previsto. Il governo comunista cinese invece, cerca di stimolare la spesa dei consumatori con nuovi sussidi di stimolo.
L'indice azionario cinese CSI300 è salito dello 0,4% dal minimo di 5 mesi di ieri e le borse occidentali sono salite dello 0,7% dal minimo di 6 settimane di giovedì sull'indice MSCI World, mentre i “Magnifici 7” titoli tecnologici statunitensi a mega-capitalizzazione hanno iniziato a ridurre il loro crollo del 12,6% dal nuovo picco record di metà luglio.
“L'oro e, in misura minore, l'argento hanno bisogno di una lieve volatilità dei mercati azionari, di una svalutazione ordinata dei prezzi degli asset, per mostrarsi davvero come un bene rifugio”, afferma in una nota Nicky Shiels, stratega dei metalli preziosi presso il gruppo svizzero di raffinazione e finanza dell'oro MKS Pamp.
“Il movimento disordinato di questa settimana fa sì che l'oro e l'argento vengano buttati via con l'acqua sporca... [rimanendo] forse più fragili nel breve termine, nonostante alcuni sviluppi rialzisti sul fronte fisico, con l'India che ha abbassato significativamente i dazi sulle importazioni dal 15% al 6% contribuendo a far ripartire la domanda locale”.
Su base mensile, a giugno la spesa per consumi personali di base - per la quale la Federal Reserve punta a un'inflazione annua del 2,0%, è aumentata del 2,6% rispetto a un anno prima, eguagliando il ritmo di maggio e superando di 0,1 punti le previsioni.
Le previsioni del mercato obbligazionario sul ritmo dell'inflazione sono scivolate ai minimi di una settimana al 2,27% annuo sul cosiddetto “tasso di pareggio” implicito nei rendimenti dei Treasury a 10 anni e nei tassi TIPS a 10 anni, mentre il tasso di interesse offerto da questi titoli protetti dall'inflazione è sceso all'1,95%, tornando sotto la media del 2024 e ben al di sotto del massimo di 15 anni del 2,52% dello scorso ottobre.
Il prezzo dell'oro, che fino all'inizio del 2022 ha mostrato un andamento a lungo termine in direzione opposta al rendimento reale dei TIPS decennali, nel frattempo è salito di quasi 30 dollari rispetto al minimo di giovedì, superando i 2380 dollari per oncia troy.
Sebbene nessuno si aspetti che la Fed modifichi i tassi d'interesse nella decisione di luglio di mercoledì prossimo, il mercato dei futures prevede ancora più di due tagli prima di Natale, prevedendo un tasso di fine anno del 4,69% annuo, il più basso consenso di mercato dall'inizio di aprile, contro il massimo di due decenni di oggi del 5,33%.
I dati di ieri relativi al periodo aprile- giugno, che hanno portato la crescita economica degli Stati Uniti ben al di sopra delle aspettative degli analisti sul PIL, hanno dichiarato che il PCE core è aumentato del 2,7% rispetto al 2° trimestre dell'anno scorso, l'inflazione più debole dal 1° trimestre del 2021 ma 0,2 punti in più rispetto alle previsioni del consenso.
L'autorità statale di pianificazione di Pechino ha dichiarato che utilizzerà circa il 15% dei 1.000 miliardi di yuan che sta prendendo in prestito attraverso la vendita di obbligazioni a lungo termine per sovvenzionare le famiglie che sostituiscono gli elettrodomestici e le automobili, compresi i veicoli elettrici a batteria, e una somma simile (pari a circa 20 miliardi di dollari) per sovvenzionare la sostituzione di attrezzature aziendali come gli ascensori.
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Il prezzo di riferimento dell'oro a Shanghai è salito dello 0,4% dal minimo di tre settimane di ieri, fissandosi appena sotto i 555 yen al grammo per la seconda perdita settimanale consecutiva, dopo aver toccato un nuovo massimo storico giovedì scorso.
Ciò ha visto l'oro in Cina rimbalzare a un premio rispetto alle quotazioni internazionali, offrendo alle importazioni di lingotti nella nazione numero uno per l'estrazione, l'importazione, il consumo e l'acquisto da parte delle banche centrali un incentivo lordo di oltre 10 dollari per oncia troy, dopo che il premio di Shanghai per l'oro era diventato negativo giovedì per la seconda volta in una settimana, segnalando una scarsa domanda e preannunciando il duro calo del prezzo del metallo prezioso a livello mondiale.
Le materie prime industriali, tra cui il rame, il petrolio e l'alluminio, si sono stabilizzate al di sopra dei minimi plurimensili toccati all'inizio della settimana, dopo che gli opinionisti e gli economisti hanno espresso il loro disappunto per il fatto che i funzionari del Terzo Plenum del Partito Comunista cinese non hanno annunciato o dettagliato un forte stimolo economico.
Anche i prezzi dell'argento si sono stabilizzati ma, a differenza dell'oro, non sono riusciti a riprendersi dal crollo di ieri, scambiando vicino ai minimi di 11 settimane a 27,73 dollari per oncia troy.
Il prezzo dell'oro britannico in sterline per oncia è salito a 1850 sterline, riducendo il calo di questa settimana allo 0,6%, mentre l'oro in euro è risalito a 2190 euro, perdendo lo 0,9% rispetto alla chiusura di venerdì scorso a Londra.
Il platino, utile per l'industria, non è riuscito, come l'argento, a riprendersi dal forte calo, scendendo a un nuovo minimo di 3 mesi sotto i 930 dollari l'oncia, mentre il palladio, metallo autocatalizzatore, si è mantenuto intorno ai 900 dollari, meno del 5% al di sopra dei minimi di 5,5 anni di febbraio.